l’avvento 2022 quest’anno comincia domenica 27 novembre e termina giovedì 4 dicembre.
Dopo le varie celebrazioni legate alla commemorazione dei defunti e alle feste dedicate a San Martino, caratterizzate dappertutto da momenti di spensieratezza, il ciclo dell’anno prosegue con i rituali del periodo dell’Avvento in un crescendo di usanze, che culminano con la solennità del Natale che in Abruzzo, secondo i più autorevoli antropologi e studiosi del folklore (Finamore, Giancristofaro....) è la più importante dopo la Pasqua.
Le “ Tempora di Avvento”
è
un periodo di quattro settimane che ha
inizio a partire dalla domenica più vicina al 30 novembre. In questo mese, in
attesa del tempo ciclico, che il mondo contadino identifica con il rinnovamento della natura, si
celebrano eventi festivi e particolari riti che assumono la funzione di attesa
e di purificazione.
Una
credenza che risale al Medioevo afferma che al nome di San Nicola è
legata l'origine di Babbo Natale, figura mitica presente nel folklore di molte
culture che distribuisce i doni ai bambini, di solito, la sera della vigilia di Natale.
Il 6 dicembre
si celebra a Pollutri, un paese non lontano da Vasto, San Nicola di Bari importante in Abruzzo in quanto
protettore dei pastori transumanti. Una
leggenda vuole che San
Nicola sia arrivato in Abruzzo
attraverso il tratturo Magno o del Re (L’Aquila- Foggia).
Secondo un’arcaica tradizione il Santo, durante una terribile carestia, avrebbe salvato la gente di Pollutri, moltiplicando un pugno di fave riuscendo così a sfamare tutti. Da allora, ogni anno a ricordo dell'avvenimento, la sera del 5 dicembre, data della morte del Santo, vengono allestiti sulla piazza principale del paese grandi calderoni in cui vengono lessate le fave che, al termine del rito della bollitura, vengono distribuite ai convenuti insieme alle ciambelle rituali, preparate nei giorni precedenti la festa.
Secondo un’arcaica tradizione il Santo, durante una terribile carestia, avrebbe salvato la gente di Pollutri, moltiplicando un pugno di fave riuscendo così a sfamare tutti. Da allora, ogni anno a ricordo dell'avvenimento, la sera del 5 dicembre, data della morte del Santo, vengono allestiti sulla piazza principale del paese grandi calderoni in cui vengono lessate le fave che, al termine del rito della bollitura, vengono distribuite ai convenuti insieme alle ciambelle rituali, preparate nei giorni precedenti la festa.
S. Nicola di Bari, viene festeggiato anche nella piccola comunità di Cansano e dalla vicina Campo
di Giove che, per l'occasione, scendono alla “Pujetta”, cosi chiamata in
quanto posta geograficamente più in basso rispetto a Campo di Giove per
prendere le pagnotte benedette, che un tempo venivano "ammassate" per questa festa. Le pagnottelle ancora oggi si ottengono con
pasta di pane speziato con semi di anice che anticamente venivano stipate in
grossi sacchi e portate nella chiesa di S. Nicola per essere benedette.
Nella chiesa era preparata una bilancia a due piatti sostenuta da una lunga catena pendente dal soffitto. Il rito consisteva nel pesare prima la donna che offriva il pane ma questo doveva pesare più della donatrice. Dopo la messa le pagnottelle venivano distribuite a tutti i presenti, ai poveri e i malati. Nei tempi antichi tutti i cansanesi, con la neve e col freddo intenso, salivano sul monte dove era situata la chiesa di S. Nicola per chiedere al Santo l'abbondanza nel raccolto e la protezione da ogni calamità.
Nella chiesa era preparata una bilancia a due piatti sostenuta da una lunga catena pendente dal soffitto. Il rito consisteva nel pesare prima la donna che offriva il pane ma questo doveva pesare più della donatrice. Dopo la messa le pagnottelle venivano distribuite a tutti i presenti, ai poveri e i malati. Nei tempi antichi tutti i cansanesi, con la neve e col freddo intenso, salivano sul monte dove era situata la chiesa di S. Nicola per chiedere al Santo l'abbondanza nel raccolto e la protezione da ogni calamità.
I “Fuochi” e
il loro significato
E’ difficile
ricostruire il significato originario di alcuni riti delle società arcaiche e
uno di questi prevedeva come usanza accendere i fuochi, sia individualmente che
in forme collettive.
Nell’antichità i fuochi erano considerati feste di
rinnovamento, di buon auspicio e di purificazione per il nuovo ciclo del tempo
e l’ Abruzzo conserva, nelle sue tradizioni, molte feste di “fuochi”
soprattutto nel Tempo dell’Avvento. Nei secoli, con l’affermarsi del
Cristianesimo, le feste popolari presentano una consistenza di elementi pagani
e cattolici fusi fra loro e i fuochi della festa pagana, esercitano la loro
funzione purificatrice, non solo per ottenere un buon raccolto, ma per mondare
la comunità dai peccati, e in questo senso preparare un nuovo anno propizio.
Diverse sono le festività che si celebrano con “I Fuochi” in
Abruzzo nel periodo dell’Avvento.
FESTA DEI FAUGNI
AD ATRI
All' alba
dell' 8 dicembre, ad Atri, in
provincia di Teramo, si ripete l’
antichissima tradizione popolare dei “Faugni” (dal latino "fauni ignis", cioè
fuoco di Fauno). Nel paese l' originario rito pagano s'è mescolato a quello
della festa cattolica per l' Immacolata Concezione di
Maria: i Faugni sono apparsi per la prima volta nei riti religiosi nel 431 d.C.
con il Concilio di Efeso”.
Riprendendo simbologie solari delle feste latine, i
faugni nascono dalla fusione di una consuetudine pagana e contadina: infatti,
un tempo, nelle campagne attorno ad Atri, i contadini accendevano dei fuochi, a
fini propiziatori prima del solstizio d'inverno, in onore di Fauno, divinità
pagana associata alla fertilità della terra, protettrice di pastori, greggi e
agricoltura.
La sera del 7 dicembre il
parroco della cattedrale benedice il falò che servirà all'accensione dei faugni
all'alba del giorno dopo. Da questo magico rito deriva appunto la tradizione
che consiste nell'accendere e portare in processione per la città alti fasci di
canne legati da lacci vegetali. Il giro dei faugni per vie e piazze del centro
storico di Atri, termina nella piazza
del Duomo, dove i fasci di canne ardenti bruciano in un grande falò.
"I favore"
A Collelongo
(Aq) vige ancora una antica tradizione, la sera del
7 dicembre, vigilia della festa dell'Immacolata, si accende in piazza un grande falò chiamato "I favore". Nella credenza popolare
il falò ricorda anche qui la luce dei
fuochi che guidarono gli angeli che portarono la "Santa Casa" da
Nazaret a Loreto.
Intorno al falò viene distribuita polenta a tutti i presenti.
Festa
dell'Immacolata Concezione 8 dicembre
Anche a San Valentino (Pe)
si celebra l’Immacolata
Concezione. La festa si svolge nell' arco della mattinata con la celebrazione
di solenni funzioni nella chiesa di S. Donato dove è la statua della Madonna, segue una solenne processione per le vie del paese. Nel corteo sfilano la grande Croce Celeste e
la bandiera recante al centro un ricamo della corona della Madonna. Alla
manifestazione prendono parte i componenti della Congrega dell'Immacolata
Concezione e di Sant'Alfonso che per l'occasione indossano una particolare
veste bianca e celeste (divisa della congrega). La festa ha termine nel pomeriggio in piazza dove la banda musicale
accompagna il tradizionale Ballo della Pupa: un fantoccio di cartapesta nel
cui interno cavo si nasconde un uomo che lo fa camminare e
ballare mentre esplodono i numerosi bengala e petardi che reca indosso.
FESTA DI SANTA LUCIA
Anche Santa
Lucia, protettrice della vista, nelle campagne viene celebrata con fuochi
notturni rituali chiamati “faugni” che simboleggiano il bisogno umano di
illuminare il giorno tradizionalmente considerato il più corto dell’anno prima del
solstizio d’inverno. In passato si accendevano
i fuochi non solo per festeggiare S.
Lucia, ma anche il 4 dicembre per S.
Barbara, protettrice dei minatori ed artificieri oltre che per l’Immacolata
Concezione. La festa cade il 13 Dicembre, data della morte di S. Lucia e la
celebrazione, in un giorno ritenuto il
più corto dell’anno, è dovuta probabilmente alla volontà di sostituire antiche
feste popolari che celebravano la luce. Quindi sarebbe privo di fondamento
l'episodio di Lucia che si strappa gli occhi, l'emblema degli occhi è invece da collegarsi con la devozione popolare che
l'ha sempre invocata protettrice della vista a causa del suo nome, Lucia, da
lux, luce.
A Prezza
paesino della conca
Peligna, stazionò per un certo periodo il corpo di S. Lucia in viaggio verso
Venezia per ordine del Doge Enrico Dandolo, subito dopo la fine delle
crociate, per dare ad essa la definitiva sepoltura. Le spoglie della santa
vennero affidate al Vescovo di Corfinio il quale decise di custodirle nella fortezza
prezzana. In paese si diffuse
quindi il culto per Lucia e venne edificata nel 1200 circa una cappella votiva
per i tanti pellegrini che vi si recavano. Nel corso
degli anni essa fu circondata da mura e venne costituita la nuova parrocchia a lei
dedicata.
Oggi la chiesa si trova nel centro del
paese e all'interno, in una nicchia, è collocata una preziosa statua lignea
della fine del 1400 raffigurante S. Lucia.
Al mattino di ogni anno, il 13 dicembre al suono delle campane, i prezzani si recano prima in chiesa per la messa solenne e poi sfilano in processione per le viuzze del borgo; le donne portano grandi ceste di ciambelle a forma di occhi da donare ai portatori della statua di S. Lucia e ai partecipanti al rito.
Al mattino di ogni anno, il 13 dicembre al suono delle campane, i prezzani si recano prima in chiesa per la messa solenne e poi sfilano in processione per le viuzze del borgo; le donne portano grandi ceste di ciambelle a forma di occhi da donare ai portatori della statua di S. Lucia e ai partecipanti al rito.
Anche a Torre de’ Passeri Il 13 dicembre
si celebra Santa Lucia, martire siracusana del Cristianesimo delle origini che nel paese è venerata da secoli. In questo
giorno la cittadina si anima di una serie di
appuntamenti religiosi e civili che ogni anno richiama la curiosità
degli abitanti dei paesi limitrofi e di molti torresi emigrati all'estero che
anticipano il ritorno in paese per le feste natalizie. Sin dalle cinque del
mattino i botti di mortaretti e la musica della banda “Città d’Introdacqua” danno
la sveglia a tutti i torresi. Nel
pomeriggio una solenne Processione, preceduta dalla Santa Messa, sfila tra le vie dell’antico centro e la statua della Santa viene portata a spalla da quattro portatori, in un
singolare corteo religioso, guidato dal parroco di Torre de’ Passeri, dal sindaco
e numerosi fedeli. Intorno alle 19, la
tradizionale “Pupa”, grande
manufatto di cartapesta con le sembianze di donna, viene fatto ballare da un ballerino che si cela nel suo interno, e,
in un valzer di fuochi pirotecnici, si concludono i festeggiamenti.
Il
Tempo dell’Avvento è il tempo
dell’Attesa (dal latino “adventus”) che
precede l’arrivo del Messia Salvatore secondo quanto profetizzato nell'Antico Testamento. Per i cattolici ha un doppio significato teologico: è sì il tempo di preparazione al Natale ma anche
il tempo in cui gli spiriti si rivolgono all'attesa della seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi, un periodo
dunque di speranza e insieme di purificazione.
Ricostruzione storiografica di Elisabetta
Mancinelli
email: mancinellielisabetta@gmail.com
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