In Italia sono presenti diverse isole allogene di antico insediamento, comunità appartenenti ad altra stirpe che convivono con la popolazione locale pur conservando i propri riti e la propria lingua. Il più “giovane e settentrionale” insediamento di origine albanese risale al XVIII secolo ed è localizzato in Abruzzo a Villa Badessa un paesino situato nella fertile vallata del fiume Nora immerso nel verde della campagna pescarese tra coltivazioni di viti e ulivi.
LA
STORIA
Sin dal XV secolo molte famiglie albanesi, per
sfuggire all’oppressiva egemonia e persecuzione religiosa dei turchi,
emigrarono in Italia in epoche diverse nelle regioni: Abruzzo, Molise Puglie,
Lucania, Calabria Sicilia. Provenivano dall’Epiro storica regione a sud
dell’Albania ed erano originari dei villaggi epiroti di Piqèras Ljukòva,
Nivizza, Shen Vasilj, Corfù.
Un nucleo, composto da circa 23 famiglie,
arrivò in Italia nella prima metà del XVIII secolo, si fermò nella nostra
regione e trovò benevola accoglienza ed ospitalità dal Re Carlo III, Borbone di
Napoli, che li accolse prima nel tenimento di "Bacucco", attuale
Arsita, dipendente del Feudo di Penne, poi nel territorio di Pianella, ed
elargì loro i terreni ereditati dalla madre Elisabetta Farnese, ed espropriò
per loro altri appezzamenti tenuti in enfiteusi dal Signori Taddei, in Contrada
"Abbadessa" di Pianella, e da cui il Paese prese il nome: Villa
Badessa.
La peculiarità di questo villaggio risiede
nella preziosità dei suoi riti e della sua cultura. Le tradizioni del paese d’
origine si sono tramandate nei secoli e sono tutt’ora rispettate e gli Albanesi
di Villa Badessa come, tutte le popolazioni che si rifugiarono in Italia,
continuano ad esprimersi nel loro idioma, e a seguire la liturgia di rito
greco bizantino. Battesimi, matrimoni, funerali, celebrazioni ma anche la
messa domenicale, hanno caratteri e cerimoniali di grande suggestione, assai
diversi da quelli occidentali soprattutto per la mancanza di simulacri
scolpiti, al loro posto icone tutte di grande importanza storica e documentale
e alcune di notevole valore artistico, presenti nei riti e nelle processioni.
LA CHIESA PARROCCHIALE
La Chiesa parrocchiale
è dedicata alla Theotocos Assunta in cielo, Kimisis, costruita nel 1754 , è l’unica in Abruzzo di rito
greco-bizantino che fa capo all’Eparchia di Lungo in Calabria.
LE FESTIVITA'
Una importante ricorrenza dell’anno liturgico bizantino, è la festa di Maria Odigitria (“che ci guida”) si svolge l’8 settembre a Villa Badessa. Si celebra con una suggestiva processione serale di sontuosa scenografia orientale, in cui viene portata la preziosa icona di arte greco-bizantina raffigurante l’Odigitria custodita nella chiesa dell’ Assunta insieme a molte altre realizzate tra il XV e il XX secolo.
Le celebrazioni della Settimana Santa a Villa Badessa hanno inizio con gli “enkomia”, il pianto delle donne durante la veglia notturna sulla icona della deposizione di Cristo. Nelle ore antelucane della domenica di Pasqua, il papas, rivestiti i paramenti solenni con l’icona della Resurrezione e seguito dai fedeli che hanno passato con lui la notte in preghiera nella piccola chiesa, dà vita ad una suggestiva processione che, partendo dalla iconostasi interna si reca sul narcete che si apre davanti alla costruzione sacra. I partecipanti sfilano tenendo in mano delle fiaccole che illuminano le ultime ore della notte in un grande silenzio. Al sorgere del sole il papas canta il primo verso del Vangelo secondo Giovanni e, intonando canti di gioia e con toni di grande giubilo che ricordano le antiche danze della liturgia greca, riavvia il corteo all'interno della chiesa, dove i partecipanti, conclusa la liturgia del mattino, si scambiano gli auguri donando si a vicenda uova dipinte e decorate.
Una festa pagana è invece è La Ruzzola: un gioco antichissimo che sembra risalire al tempo degli Etruschi (come si evince da un affresco nella “Tomba dell’ Olimpiade” di Tarquinia in cui viene raffigurato un lanciatore di formaggio). Si gioca con delle forme di pecorino stagionate che vengono lanciate facendole ruzzolare con l'aiuto di una cordicella legata al polso del giocatore e avvolta a spirale sulla forma. La forma corre veloce lungo la strada. Vince chi percorre la maggiore distanza in tre lanci. Le forme sono di peso diverso per categoria: uomini, donne, ragazzi, bambini. Con la pula del grano si asciuga l'olio che trasuda dalla forma per farla mantenere stabile alla presa e al lancio. Le forme devono essere di stagionatura giusta per essere rigide da non rompersi ma anche elastiche da riuscire a superare ostacoli e asperità delle strade. Un tempo la ruzzola si svolgeva in concomitanza della festa del patrono S. Spiridione l’8 settembre ma dal 1991 la gara si svolge il 1 maggio.
Ricostruzione storiografica di Elisabetta Mancinelli
e-mail: mancinellielisabetta@gmail.com
Dott.ssa Mancinelli grazie!
RispondiEliminaPer avere scritto e divulgato, questo articolo che in sintesi, aiuta ai molti a conoscere la storia del nostro piccolo ma, ricco di storia villaggio Villa Badessa.
Buone cose a Lei.