domenica 19 marzo 2023

Monumenti sepolcrali in Abruzzo


Un reperto di grande rilievo stilistico e storico è stato riportato al suo antico splendore. L’intervento di restauro dell’opera, durato diversi anni, è stato effettuato a spese della delegazione FAI di Teramo con il contributo del Comune. Si tratta del “Guerriero loricato” ossia vestito con armatura: un manufatto in pietra calcarea di Ioannella (località appartenente al contado di Teramo) considerato inedito per la critica storico artistica.
Rinvenuto nella campagna di Sant’Omero il reperto non consente di rintracciare la sede originaria del guerriero né di ricostruire la sua collocazione.



Le dimensioni dell’altorilievo, così come gli spazi per le staffe metalliche, fanno ipotizzare la funzione da coperchio (gisant) per un sarcofago posto a terra o per un catafalco monumentale addossato alla parete di una chiesa. Potrebbe trattarsi di una struttura eretta per onorare una personalità importante. L’armatura presenta all’altezza del petto il leone rampante degli Acquaviva. 
Si può dedurre che il milite raffiguri un membro della potente famiglia atriana che dalla fine del Trecento annoverava tra i suoi possedimenti anche Sant’Omero o un vassallo al suo servizio.

Monumenti sepolcrali in Abruzzo

Altri monumenti funebri sono presenti nella nostra regione.

Nella chiesa di San Giacomo a Montone (Te) posta appena fuori le mura, si custodiva lo stupendo monumento sepolcrale di Bucciarello Jacopo di Bartolomeo, innalzato nel 1390 e oggi traslato all'interno della cinta murata, dentro la piccola chiesa di Sant'Antonio, che sorge a ridosso del mastio. Bucciarello era forse ufficiale al servizio del conte di Conversano, Antonio  Acquaviva, insieme al padre Giacomo (Jacopo) e al fratello Roberto. Il sarcofago è sorretto da cinque colonnine, quelle alle estremità sono di maggiori dimensioni e con leoni stilofori. Altre quattro colonnine sostengono l'arco di copertura del monumento funebre presentano un rilievo con l'Agnus Dei e figure di angioletti.


Nell’Abbazia di Santo Spirito al Morrone, nota anche come Abbazia Morronese o Celestiniana, che sorge presso l'omonima frazione Badia a circa 5 Km da Sulmona, si trova la cappella Caldora, sotto una delle cui arcate vi è il sarcofago di un altro guerriero: Restaino Caldora-Cantelmo, opera di Gualtiero d'Alemagna (1412). Posizionato all’interno di una nicchia il monumento funebre fu commissionato da Madonna Rita Cantelmo, vedova Caldora. Il sarcofago che poggia su colonnine doriche, porta sul coperchio la riproduzione della figura di Restaino morto prematuramente, sulla predella invece sono rappresentati la madre e i fratelli. La parte frontale è intagliata con rilievi ripartiti in tre riquadri: al centro l’Incoronazione della Vergine e sui lati le figure degli Apostoli.




Nel complesso monastico di Santa Maria dell'Isola, situato a circa 1,5 km dal centro di Conversano, spicca una chiesa dal portale d'ingresso quattrocentesco, con arco a sesto acuto, recante le tracce di un affresco del XVII secolo. Fu Giulio Antonio Acquaviva d'Aragona (1456-1481), nel 1462, a dare avvio all'erezione della chiesa, come testimonia una lapide attualmente situata nel coro della navata sud. Attiguo alla chiesa è il chiostro grande con arcate a sesto acuto (iniziato nel 1481) che reca nel mezzo un pozzo sormontato da una rostriera in ferro del XVIII secolo. Nel 1523 Andrea Matteo III (1481-1528) Acquaviva d'Aragona vi fece erigere un fastoso monumento sepolcrale in onore di suo padre, Giulio Antonio Acquaviva, morto nel 1481 combattendo contro i Turchi.

L'opera, oggi collocata nel coro della navata, probabilmente non in posizione originaria, fu realizzata in pietra dipinta da Nuzzo Barba (scultore e architetto di Galatina) e risulta divisa in tre ordini, occupati da Virtù cardinali e teologali, santi, puttini, e al centro le figure distese di Giulio Antonio e di sua moglie Caterina dl Balzo Orsini in abiti francescani, al di sopra di esse una nicchia contenente la Vergine in trono col Bambino. Due statue raffiguranti Andrea Matteo e sua moglie Caterina della Ratta sono collocate su mensole ai lati del coro e attestano la committenza dell'imponente opera e la vicinanza degli Acquaviva con i francescani.





Anche la Chiesa di Santa Maria La Nova di Cellino Attanasio dal portale del 1424, opera di Matteo De Caprio con due mirabili altari lignei, contiene nel coro dietro l’altare maggiore, un monumento  funebre dedicato a Giovanni Battista  Acquaviva morto a soli 14 anni nel 1496 raffigurato giacente sul sepolcro con due angeli reggi stemma di buone forme del Rinascimento toscano.







Ricostruzione storiografica di Elisabetta Mancinelli 

email: mancinellielisabetta@gmail.com



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