Come
è testimoniato dall'estratto di
nascita, Gabriele D’Annunzio venne alla
luce 151 anni orsono il 12 marzo 1863 alle 5,30 del mattino. La vita nel
paese di Pescara e nella famiglia
D’annunzio, si svolgeva tranquillamente in
una monotona serenità. Ma
la nascita di ogni grande uomo e sempre accompagnata da avvenimenti misteriosi
e circostanze allegoriche e da particolari
a volte eccezionali in quanto assumono in seguito valore illuminante. Al
di là delle leggende nel caso del Poeta,ci fu un episodio che ha una sua
delicata importanza sia per la storicità del fatto sia perché originato dall’
“amore divinante" della madre.
La fedele
custode di casa D’annunzio “la serva ammirabile”: Marietta Camerlengo, ha
testimoniato, nei suoi frequenti racconti che il bambino, dopo le cure della
levatrice Angeladea Mungo, fu offerto al
primo tenerissimo abbraccio della madre che in un impeto di commozione apostrofò
la sua creatura con queste profetiche parole augurali “ Figlio mio sei nato di
marzo e di venerdì chi sa che grandi cose tu dovrai fare nella vita!”. Con
questa benedizione e sotto una pioggia di piastre d’argento, che, secondo l’usanza venivano deposte tra le fasce dal
nonno, Gabriele dormì il
suo primo sonno nella quinta stanza della casa.
Nei giorni seguenti
furono compiute le cerimonie di rito: la registrazione allo Stato civile del
Municipio e il battesimo alla parrocchia di San Cetteo. Gli fu dato il
nome di Gabriele dal nonno
Don Antonio probabilmente in omaggio ad un suo fratello perito in mare.
Ma alla sua nascita il
poeta volle dare un sapore leggendario trasfigurando questo evento e
attribuendogli un sapore leggendario e romantico. Nel 1894, in una nota
autobiografica sulla “Revue de Paris” premessa alla traduzione del Piacere così
descrive la sua venuta al mondo “Io
sono nato nel 1864, a bordo del brigantino Irene, nelle acque dell’Adriatico,
questa natività marina ha influito sul mio spirito. Il mare è infatti la mia
passione più profonda: mi attira come una patria”. Né in diversa
maniera, stando alle testimonianze di donna Luisa e Marietta, dovrebbe essere
intesa anche l’altra affermazione del Poeta con cui inizia il Libro
Segreto riguardo al “mistero della mia
nascita”: “Nel nascere io fui come imbavagliato dalla morte: sicché non diedi
grido. Né pur avrei potuto trarre il primo respiro se mani esperte e pronte non
avessero rotto e lacerato quella sorta di tonica spegnitrice”.
Secondo il racconto della madre tutto si svolse invece in modo sereno. Il
piccolo Gabriele nacque calvo, piccolo e sanissimo, i capelli che nella
adolescenza divennero folti e mossi, spuntarono nelle settimane seguenti. Don Francesco fece le cose
alla grande, spalancò le porte di casa a
tutta Pescara, corsero barili di vino e abbondanti sfornate di dolciumi
casarecci da Flaiano, come si conveniva al tanto atteso erede maschio d’una
delle più benestanti ed influenti famiglie del paese.
Ricostruzione storiografica di Elisabetta Mancinelli
email:
mancinelli elisabetta@gmail.com
Mi piacciono molto le biografie e, se rese anche leggenda, aiutano a comprendere meglio la personalità del futuro poeta immaginifico.
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