Dimitri
Ruggeri vive a Pescara, dove attualmente lavora. Laureato in Economia e
Commercio presso “La Sapienza” di Roma, ama scrivere da quando è adolescente.
Autore di racconti e reportages, viaggiatore in più di cinquanta paesi al mondo, scrive opere in versi avvalendosi di diverse forme espressive per rappresentare la poesia in borghi in disuso e campi agricoli. Al fine di avvicinare il pubblico alla poesia, ha realizzato rappresentazioni teatrali di poesia sperimentale, video e audio-poesie tratte dalle sue raccolte. Scrive poesie da quando aveva circa 15 anni, quando iniziò a frequentare il Liceo come allievo della Scuola Navale Morosini di Venezia. Lì, infatti, lontano dalla sua regione d’origine l’Abruzzo, figlio della nostalgia, iniziò a comporre i suoi primi versi, probabilmente come forma di “difesa”.
La passione per la poesia è nata in lui dopo aver letto molti versi e scritto per esercitarsi con un percorso graduale. I poeti del passato che hanno influito di più il suo modo di scrivere sono stati Allen Ginsberg, Cesare Pavese, Umbero Saba, Federico Garcia Lorca, Eugenio Montale, Umberto Saba, Gabriele d’Annunzio, Primo Levi e tanti altri. Ha imparato ad amare anche i poeti della classicità greca e latina, da quelli più celebri Omero, Virgilio, Catullo e Orazio a quelli quasi sconosciuti tra cui Posidippo di Pella, gli epigrammi del quale hanno ispirato delle liriche de “Il Marinaio di Saigon”. Tra gli scrittori in prosa, invece, ha avuto in lui un’influenza determinante Ignazio Silone, che ritiene l’unico scrittore veramente internazionale che, nonostante non sia stato un poeta, attraverso il suo modo di scrivere semplice e diretto, è riuscito a trasmettergli l’indole del “cafone” reazionario.
Autore di racconti e reportages, viaggiatore in più di cinquanta paesi al mondo, scrive opere in versi avvalendosi di diverse forme espressive per rappresentare la poesia in borghi in disuso e campi agricoli. Al fine di avvicinare il pubblico alla poesia, ha realizzato rappresentazioni teatrali di poesia sperimentale, video e audio-poesie tratte dalle sue raccolte. Scrive poesie da quando aveva circa 15 anni, quando iniziò a frequentare il Liceo come allievo della Scuola Navale Morosini di Venezia. Lì, infatti, lontano dalla sua regione d’origine l’Abruzzo, figlio della nostalgia, iniziò a comporre i suoi primi versi, probabilmente come forma di “difesa”.
La passione per la poesia è nata in lui dopo aver letto molti versi e scritto per esercitarsi con un percorso graduale. I poeti del passato che hanno influito di più il suo modo di scrivere sono stati Allen Ginsberg, Cesare Pavese, Umbero Saba, Federico Garcia Lorca, Eugenio Montale, Umberto Saba, Gabriele d’Annunzio, Primo Levi e tanti altri. Ha imparato ad amare anche i poeti della classicità greca e latina, da quelli più celebri Omero, Virgilio, Catullo e Orazio a quelli quasi sconosciuti tra cui Posidippo di Pella, gli epigrammi del quale hanno ispirato delle liriche de “Il Marinaio di Saigon”. Tra gli scrittori in prosa, invece, ha avuto in lui un’influenza determinante Ignazio Silone, che ritiene l’unico scrittore veramente internazionale che, nonostante non sia stato un poeta, attraverso il suo modo di scrivere semplice e diretto, è riuscito a trasmettergli l’indole del “cafone” reazionario.
Le sue fonti di ispirazione
La sua fonte
maggiore di ispirazione è la realtà. Cerca di essere un bravo osservatore
concentrandosi su quello che vive giornalmente.
Quasi tutte le sue poesie, infatti, si
riferiscono a qualcosa che ha vissuto; si potrebbe dire che sono il prodotto di
quello che è.
La poeticità di Dimitri Ruggeri
Il critico e saggista Vittoriano Esposito ha
definito la sua poesia di “reportage”
termine che in seguito è stato oggetto di un’ampia esegesi critica da parte
della filologa Bruna Capuzza.
Una
poetica “onesta”, come la intendeva Saba, che piace perché cruda, metallica,
diretta, asciutta, senza fronzoli, priva di qualsiasi orpello retorico, ma allo
stesso tempo sensuale. Ma tale
peculiarità stilistica non la si ritrova in tutte le sue poesie, perché cerca
di cambiare continuamente, di sperimentare sempre nuove forme di linguaggio e
di stile. Nella raccolta, “Il marinaio di Saigon” ad esempio
è andato contro la poesia tradizionale, quasi con
intenzione di sfida. Il marinaio è in realtà un pirata che veleggia contro la
poesia tradizionale. Ha utilizzato un linguaggio molto diverso per rendere bene
questo viaggio metaforico che ha tanti strati, dove ognuno può trovare quello
più consono alle proprie aspettative. Preferisce dire di essere stato un
artigiano delle parole, più che un’artista e poeta. E in questa raccolta ha
cercato l’equilibrio tra una poetica diacronica e una sincronica. La prima sezione dell’opera è chiamata, appunto, “Il Marinaio di Saigon”. I testi sono dei poemi di lunghezza impegnativa
paragonabili a tele dipinte di grosso formato; la seconda parte: “Et secunda carmina imperfecta”, invece, è
legata alla prima solo temporalmente. Le liriche che ne fanno parte sono bozzetti, quadretti che con un termine classico e leopardiano si
potrebbero definire moderni idilli.
La sua sintetica definizione di poesia
La poesia per
Dimitri è un atto di creazione. Quando si crea o si genera si
mette al mondo un
figlio-Pinocchio, che poi si deve crescere e far diventare un Uomo. È un burattino
bambino con il cuore umano di adulto che dal legno tenero deve solo essere plasmato. Quando si parla di poesia
non si deve pensare a qualcosa di astratto. La poesia, invece, è molto più
visibile di quello che si pensa: è generata dal poeta che, prima di ottenere
quest’ambito appellativo, deve vivere l’underground del “verseggiatore”.
Scrivere poesie può
essere un’attività amatoriale alla portata di tutti.
Per Ruggeri per scrivere poesie non bisogna essere né dei
folli né dei geni bensì persone normali
che la amano. Bisogna leggere molto e interrogarsi e capire
se sarai oltre che un lettore uno scrittore. Ci si può tranquillamente fermare
al primo stadio. Chi va
avanti deve sapere che il confine tra
l’essere ridicolo e l’essere credibile è molto sottile.
L’immagine del mare
Il mare
è una componente importante della sua vita. Ha vissuto prima a Venezia, poi a Roma per più di dieci anni ed
ora a Pescara. Tuttavia, essendo nato in
Abruzzo e nella Marsica in particolare, una terra di Santi, di Madonne ama
anche i suoi meravigliosi monti.
LE SUE OPERE
È autore della
trilogia poetica Parole di
grano (2007), Status d'amore (2010), Carnem
Levare, il Cammino (2008), del racconto e reportage Chiodi e Getsemani, versus
Gerusalemme (2010)
e della silloge Il Marinaio di Saigon (2013), vincitrice del Premio della critica Gruppo
Editoriale L'Espresso - Festival Internazionale poesia di Genova 2014, e
di diversi reportage narrativi inediti prodotti viaggiando per più di cinquanta
paesi nel mondo. Il racconto La fuga di genere giallo è stato
selezionato da Scuola Holden nell'ambito del progetto dell'editore Storiebrevi. Soda Caustica (2014) è la sua ultima silloge dedicata al Centenario
del terremoto del 1915 che colpì l'Italia Centrale. L'opera risulta ad oggi
l’unica raccolta in versi in lingua italiana interamente dedicata all'evento del terremoto del 1915. È stato recensito, intervistato ed è
presente su riviste e quotidiani di arte e cultura tra cui Quotidiano
La Stampa Dialoghi in versi, Rubrica di poesia temi Repubblica.it, Rivista Poetarum Silva, Rivista Isola Nera (Patrocinio Unesco), OublietteMagazine,
Rivista letteraria Osservatorio Letterario (Ferrara).
È ideatore
e Direttore Artistico del progetto multidisciplinare artistico di
valorizzazione del territorio e degli spazi in disuso Biennale Marsica. È stato curatore e organizzatore del Poetry
Slam 2010 nell'ambito della BieM che
risulta essere il primo Poetry Slam in Abruzzo e uno dei
primi nel Centro-Sud.
Il poeta abruzzese Dimitri Ruggeri, a seguito di
una selezione,ha partecipato con due
video poesie alla VII edizione del
Festival Internazionale di videopoesia di Atene il 14 e 15 Dicembre 2018 nella.. Il festival
è stato organizzato da +the Institute
[for Experimental Arts] (+Iνστιτούτο [Πειραματικών Τεχνών] ) con il supporto di
Void Network e Moving Poems. All'evento erano presenti poeti e artisti provenienti da ventisei paesi di tutto il mondo.
La partecipazione a questo importante Festival, si aggiunge ai
riconoscimenti che le due opere, Krokodil
(2018) e Autumn leaves (2017), hanno già avuto. La prima è una video performance in cui il testo poetico di Ruggeri è tratto dal suo
libro di poesie “Krokodil” (2018, Kipple officina libraria)
stralcio dell'inedito Bambini e Zanzare con menzione alla IV Ed. del Premio Bologna
in Lettere.. Il video inoltre è già
stato selezionato e proiettato in
diversi festival internazionali (UVAQ's
University Short Film Festival in Messico, Social Machinery Film Festival in Canada, Motion Pictures Film Festival -MOPIFF- in Nigeria, Europa Film Festival 2018 in Spagna e Altomonte Festival Euromediterraneo 2018
in Italia). Inoltre la performance è attualmente in tour. La seconda
videopoesia è stata selezionata in Ucraina al VI Cyclop Poetry Film Longlist.
Articolo
a cura di Elisabetta Mancinelli
email
mancinellielisabetta@gmail.com
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