La parola di Francesco e il suo esempio attirano Chiara Scifi, figlia del nobile Favarone di Offreduccio. e di Ortolana d'Assisi, che mostrò una precoce vocazione al mistico. Nella notte della Domenica delle Palme, forse il 18 o il 28 marzo del 1211 o del 1212, infatti, intorno ai 18 anni, fuggì da una porta secondaria della casa paterna, situata nei pressi della cattedrale di Assisi, San Rufino, per unirsi a Francesco d'Assisi e i primi frati minori presso la chiesetta di Santa Maria degli Angeli detta la Porziuncola. Da lì Francesco la avviò al monastero benedettino di san Paolo del Bastia Umbra e la rivestì dell’abito religioso.
Nel 1212 dopo aver raccolto altre discepole, Chiara dà vita all’ordine delle Clarisse. Francesco si dedica poi all’apostolato peregrinando di città in città a predicare l’amore e la fratellanza. Il bisogno di testimonianza che Francesco avvertiva lo spinse in Oriente, il suo grande sogno era quello di recarsi in Terra Santa per convertire gli infedeli. Riesce a realizzarlo nell'estate del 1219 quando parte al seguito della quinta crociata. La situazione non era certo la più propizia per visitare i luoghi simbolo della cristianità e Francesco non avrà la possibilità di pregare in questi luoghi. Il suo desiderio non di andare a guerreggiare ed uccidere per liberare Gerusalemme dagli infedeli ma cercare di trovare una soluzione che ponesse fine a quell'infinito e sanguinoso conflitto iniziato più di cento anni prima e che sarebbe continuato per tutto il Duecento.
Accompagnato da Frate Illuminato, nell'autunno del 1219 Francesco riuscì a farsi ricevere dal Sultano d'Egitto Malek al-Kamil. Non esiste una documentazione su cosa i due si possano esser detti, ma si ritiene che Francesco abbia pregato e cercato di convertire il Sultano come viene testimoniato dalla didascalia dei 22 bellissimi affreschi che decorano il lungo Corridoio delle Stimmate della Verna a Chiusi in provincia di Arezzo. Nel 1224 il 17 settembre riceve le stimmate sul monte della Verna dove si era ritirato in penitenza e in preghiera e quasi completamente cieco e gravemente malato scrive la sua opera più commovente: il Cantico di Frate Sole o Cantico delle Creature. Muore nella notte tra il 3 e il 4 ottobre del 1226 sulla nuda terra nella Porziuncola, uno dei luoghi da lui più amati e il suo corpo viene sepolto nella Basilica d'Assisi. Francesco divenne Santo due anni dopo la sua morte, per volontà di Papa Gregorio IX e nel 1939, venne proclamato Patrono d’Italia da Papa Pio XII. Il tempio che ha preso il suo nome da allora ed è meta di pellegrinaggio da ogni parte del mondo. A San Francesco è legato la fioritura artistica di Assisi che nel secolo tra il XII e il XIII sec. aveva eretto il suo Duomo romanico e la Chiesa di San Francesco e Santa Chiara mirabili esempi di architettura gotica. A decorare San Francesco convennero i più grandi artisti di Toscana: Giunta Pisano, il romano Torriti, Giotto e i suoi scolari e i senesi Simone Martini e Pietro Lorenzetti lasciandovi il massimo monumento della pittura italiana del ‘200 e ‘300.
LE LEGGENDE E LA
STORIA
Attorno
a San Francesco sono nate numerose e celebri leggende, alcune delle quali sono
fatti realmente accaduti:
Il presepe vivente: durante la notte di Natale del 1223, a Greccio,
Francesco rievocò la nascita di Gesù, facendo una rappresentazione vivente di
quell'evento. Fu il primo presepe vivente della storia.
La predica agli uccelli è uno degli episodi più famosi dei Fioretti di San Francesco.
Secondo la tradizione, Francesco ,mentre
era in viaggio lungo la strada che congiungeva il castello di Cannara a
quello di Bevagna, nei pressi di Assisi vide una moltitudine di
uccelli sugli alberi e cominciò a predicare loro, che accorsero a frotte per
ascoltarlo. La predica così viene
raccontata nei Fioretti di San Francesco:
"...et
venne fra Cannaia et Bevagni. E passando oltre con quello fervore, levò gli
occhi e vide alquanti arbori allato alla via, in su' quali era quasi infinita moltitudine d'uccelli. E entrò nel campo e
cominciò a predicare alli uccelli ch'erano in terra; e subitamente quelli ch'erano in su gli arbori se ne vennono a lui insieme tutti quanti e stettono fermi, mentre che santo Francesco compié di predicare.
Finalmente compiuta la predicazione, santo Francesco fece loro il segno della
croce e diè lor o licenza di partirsi; e allora tutti
quelli uccelli si levarono
in aria con maravigliosi canti, e poi secondo la croce c'aveva fatta loro
santo Francesco si divisoro in quattro parti e ciascuna schiera n'andava cantando
maravigliosi canti".
Il lupo di Gubbio: gli abitanti di Gubbio erano terrorizzati da un lupo
feroce. Francesco riuscì a parlare con il lupo e a mettere pace tra
l’animale e la città. Il lupo avrebbe smesso di essere feroce se gli
abitanti avessero acconsentito a nutrirlo tutti i giorni.
Mosaico Reggio Emilia- Convento dei Cappuccini. L'opera raffigura il Cantico delle Creature di S. Francesco. L'immagine del Santo appare con le braccia aperte in avanti, intorno ad esse in ampi cerchi sono raffigurate tutte le creature di cui il frate francescano esalta le virtù. L'opera con il suo disegno ricco di movimenti vuole rappresentare anche il ritmo e la melodia della poetica del Cantico.
CULTO DI SAN FRANCESCO IN ABRUZZO
Anche in Abruzzo come in tante
regioni d’Italia, Francesco, patrono d’Italia viene
venerato e celebrato il 3 e il 4 Ottobre.
A CASTELVECCHIO SUBEQUO un paese dell’area sirentina, il culto del
santo è molto antico risale infatti agli
inizi della diffusione del francescanesimo in Italia. Ne è testimonianza il
complesso costituito dalla chiesa e dal convento intitolati al santo di Assisi la cui nascita storia e leggenda attribuiscono a Francesco in persona. Importanti documenti
storici, tra cui la biografia scritta da Tommaso da Celano, parlano
infatti del passaggio del poverello di Assisi in Abruzzo e nella Valle
Subequana almeno in due occasioni, nel 1216 e nel 1222. Pare anche che
Francesco, ospite dei conti di Celano nella residenza di Gagliano Aterno,
indicasse da lì l’area su cui edificare
il futuro monastero.
Proprio la chiesa e il convento di San Francesco, dove si
custodisce un’ampolla contenente il sangue del Frate sono al centro della
rievocazione storico-religiosa che ogni anno il 3 e il 4 ottobre viene a lui
dedicata: tra cui l’accensione della lampada votiva francescana, simbolo di
pace e unità tra i popoli.
Altra mirabile testimonianza della venerazione del poverello di Assisi si trova a Raiano nel Chiostro dell’ex del Convento degli Zoccolanti (frati minori riformati) e nella chiesa di S.Onofrio ad esso annessa edificati nel XVII secolo. Il Chiostro, tipico esempio della cultura francescana dell’epoca, realizzato da Giovanni De Petris di Pescocostanzo, ha le pareti ricoperte di affreschi che rappresentano la vita di San Francesco e il martirologio francescano in terra di missione, opere uniche nel panorama iconografico francescano abruzzese, come gli episodi della nascita e battesimo del Santo e le lunette che raffigurano la Crocifissione, l’apparizione della Vergine ai frati francescani, affiancate da medaglioni monocromi con scritte esplicative.
La festa e le celebrazioni ad Assisi
I festeggiamenti ad Assisi iniziano sin dal 3 ottobre con manifestazioni civili e religiose. La giornata del 4 ottobre invece si svolge dalle 8.30 da piazza del Comune il Corteo Civile con le autorità politiche e le delegazioni della regione che offrono doni votivi tra cui l'olio per la lampada posta davanti alla tomba del Santo.
Ricostruzione storiografica Elisabetta Mancinelli.
e-mail: mancinellielisabetta@gmail.com
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