giovedì 13 dicembre 2018

Il liberty a Pescara e la ricostruzione nel primo dopoguerra


Dopo le devastazioni della grande guerra, nei primi anni del XX secolo, prende forma e si realizza a Pescara la ricostruzione che ha avuto un ruolo centrale e determinante per i futuri assetti della città; un’occasione per abbandonare definitivamente un’era legata ai ritmi delle stagioni ed entrare nel mondo moderno che funziona e si regola con i ritmi della produzione e del mercato. 



 PESCARA SUD


La parte sud della città invece nasce e si sviluppa con regole e programmi diversi. Un’area molto grande della città, la vasta pianura delle saline, venne interessata da un progetto di risanamento che, seppur non portato a termine nella forma pensata dal suo progettista, nel corso degli anni costituirà quell’agognata città giardino di cui si è tanto parlato.
ANTONINO LIBERI : LA “CITTA’ GIARDINO”
L’architetto Antonino Liberi, cognato di Gabriele d’Annunzio, presenta nel settembre 1912 un Piano di risanamento della contrada Pineta e piano regolatore edilizio per trasformare la plaga risanata in un quartiere climatico-balneare.

Un grande progetto di trasformazione urbana promosso dal sindaco Teofilo D’Annunzio e favorito dall’imminente costruzione del ponte, che prevedeva una serie di infrastrutture per la creazione di una vera e propria piccola “città giardino” con una scuola, un mercato ,una chiesa, una colonia per bambini in riva al mare, attrezzature per lo sport oltre ad un insediamento abitativo costituito da piccole case, quelle che diventeranno le case della pineta.

L’AURUM E LE CASE DELLA PINETA

Il gruppo delle case della Pineta degli anni ’20 e ’30 ,che si dispongono tra la Pineta e il mare, avendo come fulcro dell’insediamento l’ex Kursaal poi Aurum, uno dei pochi monumenti della città, costituisce un tesoro per le considerazione e le riflessioni sui modi dell’abitare.


Suffragano infatti l’affermazione che la casa individuale isolata rappresenta una delle alternative reali e possibili rispetto all’abitare. Le strade ordinate e regolari del quartiere Pineta che portano i nomi delle opere di Gabriele D’Annunzio ,la semplice geometria delle case, l’unicità degli spazi dove si percepisce il senso delle proporzioni ,ne fanno un luogo dove il rapporto tra pineta, case e mare è unico, un luogo che si contrappone a quelli presenti nell’area metropolitana pescarese.
IL LIBERTY A PESCARA
Dal movimento liberty, nato a Parigi intorno al 1835 e sviluppatosi poi nella corrente modernista denominata art decò, Pescara ha recepito non solo il respiro internazionale, ma soprattutto “l’ars vivendi”.



Come a Biarritz e a Deauville in Francia, anche a Castellammare Adriatico si amavano la stagione al mare : sulla riviera nord lo stabilimento balneare “Venere”, (1908), le macchine come l’Isotta Fraschini, le signore eleganti che passeggiavano con il cappello e l’ombrellino.
Graziosi villini e splendide ville vennero edificati a due passi dal mare nel periodo della scoperta delle “vacanze balneari” , durante la “Belle Epoque” quando Pescara era luogo d’incontro del “jet set” italiano , all’epoca del Cenacolo michettiano e del Grand Prix e urbanizzarono con estrema eleganza un territorio anticamente occupato da una palude bonificata.



Quando si parla di Liberty a Pescara si fa riferimento soprattutto alla casa isolata . Ogni parte della città ha le sue “piccole case” che con la loro leggiadria ne hanno costituito per lungo tempo una delle caratteristiche più interessanti. Vi sono case e ville variamente Liberty , sul lungomare nord, sul lungomare sud, all’interno della città e sulle colline .
PALAZZI LIBERTY

PALAZZO MICHETTI è una delle numerose residenze in stile liberty del primo '900, che sono disseminate in tutta la città.

L’edificio venne concepito come tutt'uno con il teatro nel 1910 e realizzato da Pasquale Michetti. Le decorazioni del Teatro in origine erano a stucco sui due ordini di balconate, mentre le capriate del soffitto erano lignee. Nel 1944 il Teatro fu distrutto da un incendio e dovette essere ricostruito, operazione che venne terminata nel 1948.
Adornano la parte superiore della facciata dell'edificio, che sorge ove precedentemente si trovava il piccolo Politeama Aternino variopinte maioliche che le conferiscono un piacevole aspetto di solarità e luminosità, grazie alla raffigurazione di frutti mediterranei, come le arance.
Palazzetto Imperato fu costruito nel 1926 su progetto dell'ingegnere Antonino Liberi e dell'architetto Nicola Simeone sul sito occupato dal vecchio Albergo Milano all’incrocio tra Corso Umberto I e Corso Vittorio Emanuele II.

Il palazzo, concepito per dare smalto alla città che si candidava a provincia, è uno dei migliori esempi del liberty pescarese e costituisce una delle quinte architettoniche di Piazza del Sacro Cuore, allora sede del mercato. Sede storica del Gran caffè D'Alessandro, il palazzo conserva nella sua memoria la Pescara di altri tempi.
La facciata principale dell'edificio presenta un ricco apparato decorativo, con richiami di ispirazione liberty. Il primo piano, caratterizzato da un balconcino a pianta poligonale (bow-window) che sorregge un piccolo terrazzo, si distingue per un ricco apparato decorativo. Ai lati del bow-window si aprono due bifore inquadrate da colonnine a sostegno di archi a pieno centro. Un fregio con decorazioni fitomorfe a rilievo è posto sul primo piano.
Pure in rilievo sono i festoni presenti sulla fascia di coronamento a sostegno del cornicione: questo a sua volta sorregge il parapetto posto sulla copertura, trattato con temi geometrici a risalto.
Lungo la riviera nord al civico 45 un altro bellissimo esempio di stile liberty è Villa Antonietta. Si tratta di una villa a tre piani il cui progetto, risale al 1910 ma la costruzione fu ultimata solo nel 1923.


Nell'impianto a blocco quadrangolare , si inseriscono quattro alloggi indipendenti, distribuiti su tre piani e un piccolo attico, serviti da scale variamente disposte; è presente anche un piano seminterrato. Il piano rialzato è caratterizzato da aperture inquadrate da colonne pseudo-ioniche, la cui base nasce all'altezza del parapetto del balcone.
La trabeazione è composta da una fascia liscia, sormontata da una fascia decorata, in corrispondenza delle colonne sottostanti. Il portico nord è sostenuto da colonne della stessa tipologia di quelle presenti sullo stesso piano.
Il corpo sud è caratterizzato da finestre a nastro inframmezzate da analoghe colonne. Il parapetto del terrazzo superiore è costituito da un reticolo geometrico alternato a elementi vegetali. Le finestre del primo piano, ad arco sono ornate da una singolare cimasa sorretta da mensoloni. Il secondo piano si caratterizza con piccole finestre quadrangolari, sostenute da mensole decorate con elementi floreali.
I capitelli delle colonne finemente lavorati, sorreggono il cornicione dell'intero edificio, composto da più fasce interamente decorate con un elemento tipicamente liberty con i bucrani.
La palazzina Musacchi fu realizzata alla fine del 1800 su progetto dell'ingegnere Girolamo de Pompeis come residenza di famiglia.

Costituito da un blocco quadrangolare con corpi aggettanti, l'edificio si ispira nell'impianto allo stile neorinascimentale, riconoscibile nei cantonali bugnati, nelle terrazze sostenute da archi a tutto sesto su colonne, che delimitano i due porticati d'ingresso, nei fregi decorati a rilievo. Richiami a motivi floreali tipici dello stile liberty sono evidenti nel disegno dei parapetti in ferro battuto dei terrazzi e di alcune aperture finestrate.
L’HOTEL ESPLANADE
Ex Excelsior sito in Piazza Primo Maggio, è un edificio di quatto piani originari più un quinto, aggiunto al di sopra del cornicione di coronamento.

Fra le ristrutturazioni avvenute nel corso degli anni è da citare quella operata fra il 1929 e il 1934 da Vittorio Verrocchio, su progetto dell'ingegnere Antonino Liberi e dell'architetto Nicola Simeone.

L'edificio, a blocco quasi cubico, nella composizione dei prospetti ,si ispira a motivi stilistici classici come il trattamento a bugnato della trama muraria, interrotta da numerose aperture varie per tipologia e disposizione: a finestre semplici o tripartite, architravate o ad arco su lesene o colonnine; a balcone con parapetto a balaustri, inquadrate da paraste di ordine gigante.
Queste ultime delimitano lievi aggetti volumetrici della facciata, posti a sottolineare la zona centrale o gli angoli messi in risalto anche dalla presenza di timpani arcuati e spezzati, collocati sopra il cornicione.
Palazzo Muzi
Il progetto per la realizzazione del palazzo che si affaccia su Piazza Salotto, all'angolo tra Corso Umberto I e Viale Regina Margherita, che ha la firma dell'architetto Vincenzo Pilotti e dell'ingegnere Attilio Giammaria, fu presentato al Comune di Castellammare il 10 novembre 1928 da Giulio Muzii, proprietario del terreno.

Il progetto prevedeva la costruzione di un palazzo con corpo a U "ad uso di abitazione civica con porticato, negozi e galleria interna al piano terreno". Nel 1930, durante il corso dei lavori, l'architetto Pilotti e l'architetto Nicola Simeone, presentano il progetto per l'ampliamento dell'edificio con il corpo adibito a cinema.

Il disegno dei prospetti ricalca il tipico impianto classico adottato per i cinquecenteschi palazzi monumentali. Il piano terreno, ad uso commerciale, si integra all'ambiente circostante mediante una galleria coperta che si apre verso la strada con un portico architravato su pilastri e colonne. I tre piani superiori hanno ordini di finestre inquadrate da contorni coronati da un timpano, al piano nobile, e contorni architravati ai piani superiori.
LE VILLE LIBERTY DELLA PINETA
Ma sono soprattutto le ville della Pineta che rappresentano i tratti distintivi dell’architettura dello stile Liberty della città. Si tratta di ville di questa corrente artistica sorta nel nostro paese tra gli ultimi decenni del XIX secolo e gli inizi del XX, strettamente legata all’Art Nouveau francese. Se pur relativamente tardi rispetto al resto d’Europa, il Liberty in Italia ha profondamente segnato l’architettura del primo quindicennio del Novecento, interessando in particolar modo l’edilizia popolare.



La tipologia dei villini nel pescarese segue i canoni dettati dal movimento artistico, soprattutto per soddisfare le necessità di una società sempre più attiva e moderna. Si tratta di case in mattoni con tetto sporgente e fasce di decori con un piccolo giardino propaggine della pineta , ad un piano rialzato , qualcuna con seminterrato , molte ad un piano, altre a due , alcune con il torrino-altana.

Tutte presentano temi decorativi del genere Liberty ma il tono resta sommesso e lontano dalle forme artistico-scultoree del Modernismo e del virtuosismo. La loro vera ricchezza consiste nel dialogo incessante con la Pineta e il mare. La casa doveva essere luminosa, costruita con verande e balconi sporgenti, e per dare sfoggio della propria eleganza nello spazio urbano si dovevano adottare forme stilizzate, linee morbide e ondulate, arricchite da elementi decorativi floreali, marini o in stile moresco.
Tra i maggiori progettisti vanno ricordati gli ingegneri Antonino Liberi, Attilio Giammaria e Simone Federman, assieme al geometra Rocco Diodati e agli architetti Nicola Simeone e Guido Angelini.
ALCUNE DELLE VILLE LIBERTY DELLA PINETA VILLA CLERICO
L'edificio, costruito nel 1924 su progetto dell'ingegnere Antonino Liberi per Vincenzo Clerico nel piano di lottizzazione del quartiere Pineta del 1912, ad opera dello stesso ingegnere.


L'apparato decorativo del villino è messo in risalto anche da un elegante torretta semicircolare che non supera in altezza il coronamento della casa, conclusa da beccatelli finemente lavorati a sostegno dello sporto del tetto. Il gusto classico si rivela nella partitura dei prospetti, scanditi da cornici e lesene, arricchite nei capitelli da decorazioni fitomorfe.
Villa Cipollone
L'edificio, sito nel quartiere Pineta in via De Nardis all'angolo con Piazza Le Laudi, si apre verso il mare con un caratteristico pronao colonnato, su piano rialzato, delimitato da balaustra su colonnine. I capitelli delle colonne sono finemente lavorati e l'architrave è decorato con maioliche di Castelli.





Analoghe maioliche, a motivi floreali si ripetono pure sul cornicione, qui alternate a originali beccatelli a cariatide che percorrono tutto il perimetro della villa. L'accesso secondario è più modesto, ma al tempo stesso finemente curato da aperture contornate da stipiti muniti di basi, capitelli e architrave.
VILLA SPATOCCO
L'edificio attestante su Viale Primo Vere, nel quartiere Pineta, si sviluppa con una pianta ad L nel cui angolo interno è collocato un volume, dalla forma curvilinea, contenente la scala triangolare.


Questo corpo scala, concepito come una torretta, della stessa altezza del resto del fabbricato, sporge solo con la sua balaustra di coronamento. Tale parapetto è posto al di sopra del caratteristico cornicione sostenuto da ornati e raffinati beccatelli di cemento. Il paramento esterno, come molte ville a Pescara e lungo la costa abruzzese, è di mattoni a faccia vista.
VILLA ANNA II
La villa venne realizzata nel 1937 su progetto di Antonino Liberi in Viale Primo Vere all’angolo con via Francesco Paolo Tosti.



L’edificio ha una struttura portante in muratura con parametro esterno di mattoni sul quale risaltano gli elementi decorativi costituiti da piccole paraste che definiscono il cornicione sul quale si erge lo sporto del tetto. L’ingresso sul lato mare è sormontato da un balconcino sorretto da due colonne in graniglia caratterizzate da capitelli pseudo corinzi. Al giardino si accede tramite una piccola scalinata.
VILLA LA PORTA
Il progetto della villa è stato redatto nel 1929 dall’ingegnere Decio Rapini da un’idea del committente che ha poi abitato la villa sita in via Scarfoglio fino ad epoca recente a stretto contatto con la pineta dannunziana.

L’architettura è quella del villino liberty con torretta-altana la parte basamentale è trattata a listoni orizzontali. Sul cornicione sottostante lo sporto e sulla torretta risaltano le decorazioni a festoni e conchiglie di graniglia.
VILLA GENIOLA
La villa fu progettata da Guido Angelini sul lungomare della Pineta in via Primo Vere e si affaccia direttamente sull’arenile.




L’ immagine architettonica ha una certa impronta moresca ma è connotata da compresenza di stili. Il piccolo portico di accesso al piano terra è a tre archi di colonne Il terrazzino che lo sormonta è delimitato da una balaustra a colonnine con capitello su cui poggia la trabeazione continua per l’affaccio. Una decorazione a losanghe orizzontali disegna il fregio di sottotetto che perimetra l’intero edificio altre decorazioni a bassorilievo sono disegnate sul tema di tralci e grappoli d’uva diversamente intrecciati.
VILLA LA MORGIA
La villa si trova in via Luisa D’Annunzio all’angolo con via Figli di Iorio. L’edificio è ad un piano rialzato tramite un seminterrato cui si accede con una piccola scala a ringhiera a colonnine in graniglia di cemento.



Le facciate sono a listoni alti interrotti solo dalle semplici cornici delle finestre-. Il cornicione che si accompagna alla sporgenza del tetto è sottolineato da coppie di piccole paraste. L’effetto decorativo è comunque nel complesso di grande sobrietà contrassegnato dall’intersezione di linee orizzontali e segni verticali.
VILLA COSTANZO
La villa è stata progettata nel 1924 dall’architetto Nicola Simeone in via Figlia di Iorio L’edificio è costruito su piano rialzato con accessi al giardino tramite piccole scalinata a terrazza.




L’apparato decorativo interpreta temi fitomorfi rinascimentali in stile liberty a tema marittimo in particolare conchiglie di differenti forme e medaglioni intervallati da colonnine e mensole che accompagnano la sporgenza del tetto.

Ricostruzione storiografica di Elisabetta Mancinelli
I documenti e le immagini sono tratti dall’Archivio di stato di Pescara, dall’Archivio provinciale, da “Forma ,identità e memoria di Pescara” di Carlo Pozzi e Antonello Alici e da “ L’altra Pescara “ Di Anita Boccuccia



3 commenti:

  1. Ha per caso il progetto della casa colonica della fam di D Annunzio sulla via Salara Vecchia? Io ci son nata, ma non ho mai visto come era realmente. Grazie

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