TONINO TUCCI ECLETTICO FOTOGRAFO, NON SOLO DELLA VITA E DELLA MONDANITA’ PESCARESE DEGLI ANNI ’70 E ’80, MA ANCHE POETICO
RAPPRESENTANTE DELLE IMMAGINI E DEI COLORI DEL NOSTRO MARE E DELLE NOSTRE SINUOSE COLLINE.
BIOGRAFIA
Tonino Tucci nasce a
Pescara il 1 giugno 1938. Sin dall'età di
dodici anni maneggia le prime macchine
fotografiche, ne viene incuriosito e ne subisce il fascino. Inizia a
praticare quest’ arte a sedici anni, man mano acquisisce nozioni ed esperienze
e sviluppa le sue innate potenzialità. Anche
durante il servizio militare gli viene assegnato il compito di fotografo della
Compagnia e svolge con amore ed interesse sempre crescenti questa attività.
Tornato a Pescara rileva uno studio fotografico in via Galilei dove, da subito,
mette in mostra il suo talento con servizi fotografici di alto livello. Viene poi chiamato da “ll
Messaggero” di Roma che gli affida l’incarico di fotoreporter per le pagine di
Pescara e Provincia. Collabora con la
redazione de “Il Tempo” e viene poi assunto come fotografo da “ll Resto del
Carlino”.
Fotografo
eclettico riesce a dare il massimo nei servizi fotografici riguardanti teatro, concerti, jazz e cultura in generale
ma anche nello sport e nella moda.
Partecipa al concorso fotografico per il 50°
anniversario del Comune di Pescara e vince il 1° Premio. Nell'anno 1974 Lucio
Fumo, responsabile del Festival Jazz di Pescara, gli affida il compito di
fotografo della manifestazione. Le sue immagini appaiono su tutte le riviste
specializzate anche americane.
Viene
nominato fotografo ufficiale della Pescara Calcio negli anni delle tre
promozioni in serie A. Fotografo della mondanità pescarese negli anni ’70 e ’80
è testimone di questi anni insieme alla sua inseparabile macchina fotografica,
fermando immagini di storie belle e meno belle della vita di Pescara e dei
pescaresi e conoscendo personaggi del cinema, teatro e sport dell’epoca.
Riceve diversi riconoscimenti tra cui il secondo premio per il concorso
sulla “Porta del Mare”. E’ il fotografo ufficiale del Primo Giro ciclistico
d’Abruzzo a tappe e fotografo di scena
nel film “La sposina” girato a Pescara.
La sua curiosità
e creatività lo portano ad affacciarsi anche al mondo del teatro e, dopo aver
frequentato un corso di dizione e recitazione con Antonio Calenda, nel 1980
entra a far parte della compagnia “Giovani oggi” di Pescara.
Trasferitosi
a Spoltore nel 1985 il suo entusiasmo coinvolge i giovani del paese con i
quali organizza spettacoli teatrali a
cui partecipa sia come attore che come regista. La passione per la fotografia
lo spinge ad insegnare quest’arte ai bambini
della Scuola Elementare del paese, affascinato
dal gran desiderio di trasmettere alle
giovani generazioni le proprie conoscenze.
Espone il
suo ricco patrimonio fotografico in diverse mostre personali.
Da una sua idea nasce il 1° Concorso
fotografico “L’aratro d’oro” a Cavaticchi di Spoltore.
Attualmente
si dedica a letture di brevi racconti e poesie, con la predilezione per i versi
di D’Annunzio che lo affascinano per la loro musicalità.
Contemporaneamente
il suo animo romantico e poetico ed il suo occhio fotografico sempre attento,
lo portano a catturare immagini del mare e delle campagne del nostro Abruzzo,
riscoprendo la dolcezza delle nostre colline dalle forme sinuose ricche di
vibranti sfumature cromatiche e la
particolare bellezza delle coste chietine disseminate di trabocchi da Ortona a
Punta Aderci di Vasto.
INTERVISTA
AL FOTOGRAFO TONINO TUCCI
Quando un raggio di
sole, da un cielo coperto, cade su un vicolo squallido,
è indifferente che cosa tocca: il coccio di una
bottiglia per terra,
il manifesto lacerato sul muro, o il lino biondo
della testa di un bambino.
Esso porta luce, porta incanto, trasforma e
trasfigura.
Hermann Hesse
Come si è avvicinato alla fotografia?
Naturalmente, sin dall'età di dodici
anni ho cominciato a maneggiare le prime macchine fotografiche perché ne ero
incuriosito, poi per personale
attitudine ed inclinazione verso questa arte, a sedici anni
ne ho iniziato lo studio, acquisendo
nozioni ed esperienze e sviluppando le
mie potenzialità.
Non solo è un modo di fermare la realtà
che ci circonda ma è una forma d’arte che mi permette di esprimere la mia
interiorità: le mie sensazioni, emozioni, suggestioni e vibrazioni dell’anima.
A
proposito di colori lei preferisce il
bianco e nero o il colore?
Ho sempre distinto il
bianco e nero dal colore. Sono due modi
differenti e diversi di fotografare:
dipende dal soggetto, dagli elementi che si desiderano raffigurare. Il bianco
e il nero è il mezzo tecnicamente più
impegnativo e artistico e si adatta ai volti, ai mezzo busti e agli ambienti e crea un
gioco di luci che meglio esalta le caratteristiche somatiche e le immagini. Il
colore invece fa parte dell’esistenza in
quanto noi vediamo a colori e rispecchia la vita reale; l’importante è saper
cogliere i particolari cromatici che rendono interessanti il nostro soggetto.
Ha
dei modelli, dei maestri?
Non ho modelli di riferimento, non ho mai imitato fotografi importanti,
ma ho attinto da questi nozioni e tecniche per creare immagini confacenti alle mie esigenze
personali di raffigurazione di soggetti e paesaggi.
E
lei si sente un maestro?
Non mi sento un grande maestro ma semplicemente un insegnante che è
affascinato dal desiderio di trasmettere le sue esperienze e le sue tecniche ai
giovani.
Lei
è stato fotoreporter per importanti giornali. Queste esperienze hanno influenzato il suo
approccio all'attività più strettamente artistica?
Sì, avendo lavorato per Il Messaggero,
Il Resto del Carlino e Il Tempo ho avuto
esperienze formative basilari per la mia formazione professionale che hanno sicuramente determinato e sviluppato
il mio senso artistico.
L’occhio con il quale fotografa i diversi luoghi cambia in
funzione del soggetto, oppure i suoi scatti riflettono tutti una sua personale
poetica?
L’occhio con il quale riprendo le
immagini, i paesaggi, cambiano a seconda della luce, del soggetto e della situazione. Lavorando solo in esterni, non in uno studio, la fonte di luce è una sola e non sempre disponibile. Bisogna sapere in anticipo quando ci sarà, di conseguenza occorre recarsi sul luogo delle scene da fotografare per valutare se è quella adatta alla realizzazione delle immagini. In queste situazioni diventa esaltante cogliere l’attimo. È proprio in tali circostanze che si manifesta quel non so che di magico che ci consente di trasfigurare piuttosto che riprendere semplicemente una porzione di territorio. Ed è così che si può catturare l'anima dell'ambiente che ci circonda, che non è altro che il riflesso della nostra anima.
immagini, i paesaggi, cambiano a seconda della luce, del soggetto e della situazione. Lavorando solo in esterni, non in uno studio, la fonte di luce è una sola e non sempre disponibile. Bisogna sapere in anticipo quando ci sarà, di conseguenza occorre recarsi sul luogo delle scene da fotografare per valutare se è quella adatta alla realizzazione delle immagini. In queste situazioni diventa esaltante cogliere l’attimo. È proprio in tali circostanze che si manifesta quel non so che di magico che ci consente di trasfigurare piuttosto che riprendere semplicemente una porzione di territorio. Ed è così che si può catturare l'anima dell'ambiente che ci circonda, che non è altro che il riflesso della nostra anima.
Quali sono i suoi soggetti
preferiti?
Il mare e la campagna della mia terra. Questa scelta deriva da un’esigenza del mio carattere, dal
mio modo di essere, non è una ricerca ma è insito nel mio animo. Il mare con
il suo rumorio, il colore che cambia a
seconda della luce, le sue caratteristiche mutevoli: selvaggio, forte,
allegro, tranquillo, burbero, arrabbiato, rispecchia la mia indole. Mi affascina, soprattutto
d’inverno, quando le onde impetuose si infrangono sulle rocce con i suoi
zampilli schiumosi che bagnano la vegetazione selvatica sull'arenile.
Adoro anche la campagna d’Abruzzo, dalle stupende immagini come le calde
sfumature dei tramonti, i tagli dei terreni appena arati intramezzati dalla
vegetazione e da tutte le sue componenti: alberi, fiori, farfalle…
Anch'essa come il mare è parte di me, mi appartiene perché delicata,
riposante, poetica: in questi elementi mi sento fotografo ma anche poeta.
Perché
è così speciale la fotografia di paesaggio e, soprattutto, cosa è realmente la
fotografia di paesaggio?
Per me è assolutamente speciale perché fa sì che io mi immerga nella natura dove il mio occhio e la
mia macchina fotografica possono spaziare per coglierne i vari elementi: pianure, colline, alberi, fiumi, laghi, mare con i loro colori. Ma
preferisco fermare le immagini in
primavera e in autunno quando i contorni non sono tenui e sfumati ma ricchi di vibranti tonalità
cromatiche.
Ha trovato nuove fonti di ispirazione?
Dopo tanti anni dedicati alla fotografia di paesaggio del nostro
Abruzzo, sto scoprendo un mondo per me nuovo: si tratta di fotografia
“still-life” inanimata detta anche ‘natura morta’ ma anche fotografia fatta da
composizioni di piccoli oggetti che danno vita ad una realizzazione artistica
che può anche avere un uso pubblicitario. Sto allestendo un set da dove
realizzerò fotografie di oggetti di vetro, ceramica, terracotta, composizioni
di frutta, fiori, vini ecc... Sollecitato dalla mia fantasia cerco di scoprire
la direzione del fascio di luce per convogliarlo sull'oggetto: il fotografare a
distanza di 20-30 cm. Con questa mia personale
lettura si sta rivelando un mondo affascinante e fantastico a cui mi sto
aprendo con grande emozione e che cerco di far conoscere.
Intervista di Elisabetta Mancinelli con cui Tonino Tucci ha lavorato per 10 anni fianco a fianco per il giornale cartaceo Sipario.
email: mancinellielisabetta@gmail.com
Tonino Tucci:
Indirizzo Via Veneto 10 Montesilvano
email tuccifotografia@libero.it
tel .085 834879 cell.
3495330581
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