venerdì 1 febbraio 2019

Rabindranath Tagore: canti d'amore dal gusto orientale

Mia figlia si è recata  in India per una serie di concerti e questo mi ha facendo approfondire lo studio della cultura di uno dei paesi più colorati, caotici, spirituali del mondo. Mi sono soffermata, naturalmente per i miei studi, sulla letteratura e in particolare su colui che è considerato il più grande poeta indiano dell’era moderna: Rabindranath Tagore.



Nasce a Calcutta nel 1861 da una famiglia aristocratica del Bengala. Fin da piccolo studia l’inglese e conosce profondamente il suo universo indiano con le antiche tradizioni e anche il mondo occidentale. Nel 1878 parte per l’Inghilterra dove rimane per due anni e completa gli studi sia di legge che di letteratura. Torna poi in India e apre una scuola per insegnare ai suoi allievi il multi-culturalismo , facendo lezione all'aperto. Nel 1863 sposa la giovane Mrinalini Debi per la quale nutre un grande amore. Nel 1913 gli viene conferito il premio Nobel per la letteratura per una raccolta di liriche d’amore “Offerta di canti”. Nell'arco della sua vita segnata da incolmabili lutti, perde in pochi anni il padre, la moglie e due figli, Tagore scrive circa duemila liriche, centinaia di poemetti e ballate, otto romanzi, novelle, saggi e libri di memorie e di viaggi. Nel 1915 incontra per la prima volta Gandhi con il quale, stringe un’amicizia profonda e duratura nonostante le divergenze politiche. Muore il 7 agosto del 1941 a Santiniketan la cittadina dove aveva fondato la sua piccola scuola che si è trasformata nell'Università internazionale: “Visna Bharati”: un luogo di incontro e di scambio culturale per i giovani di tutto il mondo.
Tagore nelle sue poesie parla sempre dei suoi sentimenti e dell’amore per la sua dolcissima moglie.

Ne riporto due:
Non andartene amore
Non andartene amore senza avvertirmi.
Ho vegliato tutta la notte e ora i miei occhi sono pesanti di sonno.
Ho paura di perderti mentre dormo.
Non andartene, amore, senza avvertirmi.
Mi sveglio e stendo le mani per toccarti.
Ti sento e mi domando: ”E’ un sogno?”
Oh potessi stringere i tuoi piedi col mio cuore e tenerli stretti al mio petto!
Non andartene, amore, senza avvertirmi.
Il nostro destino
Il nostro destino viaggia su un mare
mai attraversato, dove le onde
si susseguono in un gioco incessante
di rimpiattino.
E’ l’inquieto mare del mutamento,
perde e perde ancora gli armenti
e batte le mani contro il cielo costante.
Al centro di questo mare travolgente,
tra l’alba e la notte, Amore,
tu sei l’isola verdeggiante dove il sole
bacia l’ombra vaporosa, dove gli uccelli
sono amanti che cantano il silenzio.
Ricerca a cura di Elisabetta Mancinelli 
email:  mancinellielisabetta@gmail.com

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