mercoledì 20 febbraio 2019

UNA DONNA ABRUZZESE PROTAGONISTA DEL NOSTRO RISORGIMENTO


UNA DONNA ABRUZZESE PROTAGONISTA DEL NOSTRO RISORGIMENTO



Una  figura femminile, che con la  sua vita e il  suo operato, ha contribuito alla nascita di questo nostro Paese è  la teramana Giannina  Milli.
Grande esempio di impegno civile, poetessa educatrice e patriota è una delle donne che hanno fatto l’Italia, la  protagonista di quel Risorgimento invisibile che  gli storici stanno riportando alla luce nei 150 anni dell’Italia Unita.     
                                                
UNA VITA INTENSA

Giannina Milli  nacque il 24 maggio 1825 a Teramo, in una casa adiacente al duomo (immagine a lato). La madre, Regina Rossi, figlia di un libraio della città, le insegnò a leggere e a recitare sonetti, tanto che a soli cinque anni Giannina sapeva declamare versi ed improvvisare componimenti. Nel 1832, dopo che la famiglia si era trasferita temporaneamente a Chieti, Giannina si esibì per la prima volta su  un palcoscenico, insieme ad una compagnia itinerante di comici, recitando alcuni versi della Divina Commedia e della Gerusalemme Liberata. Il  successo fu tale che il re di Napoli volle conoscerla e si impegnò a farla studiare in un collegio femminile. Non si applicò allo studio, lesse molto da sola e  si affidò a: Giuseppe Regaldi, noto poeta improvvisatore. Imparò così a comporre versi sempre più raffinati e soprattutto a perfezionare la sua capacità innata di improvvisatrice.   Giannina si esibì il 24 giugno 1847 nel teatro di Teramo dinanzi ad un folto pubblico: fu un trionfo. Il giornale romano “Fanfulla”, che pubblicò una recensione dell’avvenimento, contribuì a diffondere la fama della poetessa, che da allora continuò ad improvvisare in molte città italiane. Spinta da un  grande amore patrio componeva anche canti patriottici, in cui esaltava eroi,  glorie e speranze del Risorgimento.
Ebbe molto a cuore la causa unitaria nazionale, per questo i suoi versi furono vietati e fu minacciata di prigionia come testimonia Oreste Raggi nella sua “Biografia di Giannina Milli”. "per il suo poetare troppo libero ella veniva accusata di repubblicanismo e minacciata di prigionia; onde dovette per due o tre mesi guardarsi, e una raccolta dei suoi versi pubblicata in Teramo, divenne libro pericoloso a chi lo possedeva….". La sua raccolta “Poesie” divenne libro proibito; molti che lo avevano acquistato lo nascosero, mentre le copie ancora possedute dalla famiglia dell’autrice furono bruciate per timore di ritorsioni. Gli eventi politici del 1848 costrinsero la donna a ripiegare su studi solitari. Dopo la prima guerra di indipendenza  Milli, considerata ormai la più grande poetessa improvvisatrice italiana, riprese a girare l’Italia:  Roma, Ferrara, Firenze, Siena, dove "osava cantare di patria, di cittadine virtù, di militare valore, osava ricordare l’Italia là dove e quando d’Italia anche il solo nome era delitto pronunciare" ( Raggi).
I suoi viaggi costituivano un momento di propaganda e partecipazione culturale e politica al movimento nazionale, come attesta, anche, il suo ricco epistolario. Nel 1859, dopo aver improvvisato a Bologna alcuni versi in memoria di Galileo, in cui faceva riferimento alla situazione politica contemporanea, ricevette l’ordine di lasciare la città. Nonostante l’opposizione del governo pontificio, Bologna coniò, insieme a città come Perugia, Lucca, e la natia Teramo, medaglie in onore della poetessa. Anche le donne di Milano, dove Giannina si era recata dopo la liberazione della città,  vollero coniare una medaglia d’oro con la sua immagine: aveva commosso il pubblico milanese.  Nel 1859 fu ricevuta dal Manzoni. 
Giannina dopo la proclamazione dell’ unità d’Italia, tornò a Napoli, dove ricevette da Francesco De Sanctis, allora direttore della Pubblica Istruzione, "una pensione in testimonio di onore…ed è giusta cosa che un libero governo apprezzi la virtù quale essa sia e la rimuneri, perché non solo con le armi, ma con la sapienza e con l’esercizio di ogni virtù cittadina, si onora, si assetta e si fa grande e rispettato un popolo" (Raggi ).  Ripresi i viaggi, Giannina continuò a manifestare il suo impegno civile; a Firenze improvvisò, in teatro, versi in onore di Cavour e di Garibaldi. E, sempre a Firenze, il 14 maggio 1865, nacque l’Istituzione Milli che, finanziata dal testamento di Giannina, avrebbe premiato, dopo la sua morte, fanciulle meritevoli e bisognose. Tra le vincitrici del premio vi fu Ada Negri con il racconto Fatalità.
All'istituzione parteciparono, tra gli altri, Niccolò Tommaseo e Luigi Settembrini. Nel 1865, mentre la Milli meditava di ritirarsi dalla vita pubblica, fu nominata, dal ministro della Pubblica Istruzione, Ispettrice delle scuole e elementari  di Napoli. Nel 1872, dopo l’annessione di Roma, fu chiamata a dirigere la Scuola Normale superiore femminile da poco costituita, in cui successivamente insegnò storia e morale.  Nel 1876  sposò Ferdinando Cassone, ispettore scolastico e  lasciò il suo incarico di direttrice per seguire il marito nei suoi spostamenti, quando questi divenne Provveditore agli Studi di Caserta di Bari e poi di Avellino. Dopo pochi anni di felicità, Cassone si ammalò di una lunga malattia, nella quale la moglie lo assistette assiduamente fino alla  morte.
Giannina Milli si spense a Firenze l’8 ottobre 1888, stroncata dal dolore di aver perduto, in poco tempo, la madre ed il marito. Paolo Boselli, allora ministro della Pubblica Istruzione, così scrisse al Municipio di Firenze per commemorarla: "La poesia dell’anima italiana brillava nell'estro di Giannina Milli per il trionfo degli ideali patriottici. Non si può vedere senza mestizia spegnersi questa luce, che nei giorni delle prove ha confortato gli animi trepidanti" (Raggi).


Ricostruzione storiografica di Elisabetta Mancinelli. 
Email: mancinellielisabetta@gmail.com
I documenti sono tratti da: “Biografia con alquante poesie inedite” di Oreste Raggi, “Milli Giannina” di Raffaele Aurini, “L’Ottocento di Giannina Milli”: mostra storica e documentaria dell’ Istituto Magistrale Statale “G. Milli” Teramo.
Le immagini sono tratte dal patrimonio fotografico di Tonino Tucci che ne autorizza la pubblicazione. 
Indirizzo: Via Veneto 10 Montesilvano tel .085 834879 email : tuccifotografia@libero.it





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