LA STORIA
Si pensa erroneamente che la
costruzione sia stata realizzata intorno al 1560 quando il vicerè Parafan De
Ribera Duca di Alcalà emanò l’ordine di costruire lungo tutto il litorale otto
torri di avvistamento con lo scopo di segnalare tempestivamente ogni tentativo
di incursione in mare. Importanti documenti mostrano invece come la Torre fosse
preesistente e che era presente durante
l’impero romano probabilmente prima del XIII sec. Proprio di fronte alla Torre si trovava quello che da molti ricercatori
viene indicato come l’antico porto della città di Hadria
probabilmente di epoca romana; nonostante distasse diverse miglia dal
mare la cittadina aveva un suo approdo che dovette essere uno dei più influenti
di tutto l’Adriatico.
Un antico documento che attesta l’esistenza del porto di Atri proviene dal geografo augusteo Strabone: che scrive “il torrente Matrinus, che scorre dalla città di Atri, con l’omonimo porto” (Geografia V, 4, 2) . Anche lo storico Paolo Diacono nell’VIII secolo, nel descrivere i centri della costa abruzzese e marchigiana, documenta in modo impietoso la decadenza di Atri ricca e potente in epoca romana al punto da muovere secondo alcuni la sua flotta da guerra contro Taranto “In qua sunt, scrive, civitates Firmus, Asculus et Pinnis et iam vetustate consumpta Adria, quae Adriatico pelago nomen dedit”. Lo storico tuttavia non fa menzione della presenza del porto segno che era stato cancellato dal tempo o dal mare. Nel 1251 il Cardinale di Ascoli donò alla guelfa Atri il privilegio di ricostruirlo. Altro documento importante per la datazione della torre risalente al 1294, è quello in cui Carlo D’Angiò mostra la sua decisione di ricostruire la Torre di Cerrano e delle due “Torri di Montepagano ed Atri in quanto ritenute funzionali all’attività logistica. La scelta cadde sulla foce del torrente Cerrano dove i lavori iniziarono di gran lena tanto che alla fine del secolo erano in piena efficienza e con tutta probabilità vi furono sbarcati i blocchi di pietra d’Istria giunti per la costruzione della Cattedrale di Atri. Anche in un documento del XVI sec. dal procuratore dell’Università , Bartolomeo di Cola Sorricchio, viene menzionato il porto di Atri e ipotizzato che il culmine dell’attività del porto fosse intorno al VII secolo a.c. Nel 1447 Venezia devastò i porti del Regno di Alfonso I d’Aragona compreso quello di Atri a Cerrano che subì gravissimi danni soprattutto nella torre di difesa. Nel 1516 il comune, dato che l’approdo era totalmente rovinato e quindi inservibile, decise di ricostruirlo a breve distanza più piccolo. Ma i lavori non cominciarono in quanto in quel periodo iniziarono sulla costa atriana le incursioni dei Turchi che giungevano all’improvviso con le loro
Un antico documento che attesta l’esistenza del porto di Atri proviene dal geografo augusteo Strabone: che scrive “il torrente Matrinus, che scorre dalla città di Atri, con l’omonimo porto” (Geografia V, 4, 2) . Anche lo storico Paolo Diacono nell’VIII secolo, nel descrivere i centri della costa abruzzese e marchigiana, documenta in modo impietoso la decadenza di Atri ricca e potente in epoca romana al punto da muovere secondo alcuni la sua flotta da guerra contro Taranto “In qua sunt, scrive, civitates Firmus, Asculus et Pinnis et iam vetustate consumpta Adria, quae Adriatico pelago nomen dedit”. Lo storico tuttavia non fa menzione della presenza del porto segno che era stato cancellato dal tempo o dal mare. Nel 1251 il Cardinale di Ascoli donò alla guelfa Atri il privilegio di ricostruirlo. Altro documento importante per la datazione della torre risalente al 1294, è quello in cui Carlo D’Angiò mostra la sua decisione di ricostruire la Torre di Cerrano e delle due “Torri di Montepagano ed Atri in quanto ritenute funzionali all’attività logistica. La scelta cadde sulla foce del torrente Cerrano dove i lavori iniziarono di gran lena tanto che alla fine del secolo erano in piena efficienza e con tutta probabilità vi furono sbarcati i blocchi di pietra d’Istria giunti per la costruzione della Cattedrale di Atri. Anche in un documento del XVI sec. dal procuratore dell’Università , Bartolomeo di Cola Sorricchio, viene menzionato il porto di Atri e ipotizzato che il culmine dell’attività del porto fosse intorno al VII secolo a.c. Nel 1447 Venezia devastò i porti del Regno di Alfonso I d’Aragona compreso quello di Atri a Cerrano che subì gravissimi danni soprattutto nella torre di difesa. Nel 1516 il comune, dato che l’approdo era totalmente rovinato e quindi inservibile, decise di ricostruirlo a breve distanza più piccolo. Ma i lavori non cominciarono in quanto in quel periodo iniziarono sulla costa atriana le incursioni dei Turchi che giungevano all’improvviso con le loro
Cessate
le incursioni dei Turchi la torre perse la sua importanza. Negli anni ’20 fu ceduta da un
nobile ufficiale di marina al marchese De Sterlich, poi fu di proprietà della
famiglia Marcucci da lui discendenti che, non senza rammarico, negli anni ’40 la cedette alla Provincia di Teramo.
Ristrutturata è divenuta sede di un laboratorio di biologia marina.
Purtroppo i fondali sabbiosi rendono molto difficili le immersioni ,ma si spera che continuando la campagna di scavi, l’antico porto si potrà svelare in tutto il suo splendore.
L’AREA MARINA PROTETTA TORRE DEL CERRANO
Nell'aprile
del 2010 è stata istituita con Decreto ministeriale l’Area Marina Protetta
Torre del Cerrano: uno specchio d’acqua
protetto dove coltivare le preziose risorse del mare che si estende nel tratto teramano, fra due Comuni
Pineto e Silvi fino a 3 miglia nautiche e delimita 7 chilometri di costa . Per
la protezione e la valorizzazione
dell’ambiente una rete di oasi sottomarine provvede alla
salvaguardia, al ripopolamento e allo studio dell’ecosistema marino. La struttura lavora con
uno staff di specialisti in diversi
settori dalla biologia alla chimica effettuando una vasta gamma di ricerche che
vanno dal costante controllo delle acque marine e fluviali alla ricerca dei
batteri patogeni nei pesci e molluschi fino allo studio delle alghe.
Da antico baluardo contro i Turchi la Torre è divenuta una preziosa sentinella preposta
alla tutela dell’ambiente marino della nostra regione.
Per soddisfare la
curiosità e l’interesse storico, il
Consorzio di Gestione dell’Area Marina Protetta ha organizzato, a partire dalla
scorsa estate, visite guidate alla Torre
che permettono di scoprire i suoi
ambienti e ammirare dal punto più alto
della Torre un suggestivo panorama.
Per informazioni e prenotazioni per le visite.
Uff. Iat di Pineto – Villa Filiani - Tel.085.9491745
Ricostruzione storiografica di
Elisabetta Mancinelli email mancinellielisabetta@gmail.com
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